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<aside> <img src="https://api.iconify.design/ph:chat-circle-text-bold.svg" alt="https://api.iconify.design/ph:chat-circle-text-bold.svg" width="40px" /> Trascrizione degli interventi di Alessandro Buffelli, Vittoria Avogadro e del prof. Pier Paolo Boldon Zanetti durante la conferenza stampa di presentazione dell’associazione, tenutasi sabato 18 novembre 2017 alle ore 11:00 presso il teatro Faraggiana di Novara.

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ALESSANDRO

Buongiorno a tutti, grazie per aver accettato il nostro invito e per essere qui. Spero che nessuno abbia troppo patito l’essere qui sabato mattina, anziché nel proprio letto… [risate]Ringrazio davvero voi tutti, ringrazio il professor Pier Paolo Boldon Zanetti, docente di filosofia e scienze umane presso il Liceo C. T. Bellini: gli abbiamo chiesto di tenere un breve intervento proprio sul tema sociale del suicidio; ringrazio Vittoria Avogadro, cofondatrice, alla mia sinistra, e ringrazio la Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana che oggi ci ospita.

Sono Alessandro Buffelli, fondatore e presidente di StayAleeve.Come già saprete, StayAleeve è un’associazione no-profit, e a breve anche Onlus, che si pone l’obiettivo di lottare contro il suicidio dei giovani in una maniera un po’ diversa rispetto alle associazioni già esistenti. L’idea – lo dico con franchezza – mi è venuta un paio di anni fa e sul subito l’avevo accantonata perché ritenuta un’utopia; poi, dopo un corso organizzato con Vittoria all’autogestione del Liceo Classico e Linguistico, dove prima studiavo, anche spinto proprio da lei e da “Ale” – la persona la cui storia ha dato nell’ombra un forte incentivo alla nascita di StayAleeve e da cui l’associazione prende il nome, che è un connubio appunto tra “Ale” e l’imperativo inglese “Stay alive!”, che significa “Resta vivo!” –, dopo quel corso, dicevo, ci siamo entrambi rimboccati le maniche e avviato questo certamente ambizioso, ma quanto mai indispensabile progetto.

Radunati allora un po’ di ragazzi – per adesso siamo in otto, molti dei quali qui presenti –, ci siamo dimenati tra la tantissima burocrazia e il 27 settembre scorso abbiamo ufficializzato la fondazione dell’associazione ascrivendola nei registri di Novara. A questo proposito ringrazio pubblicamente il dott. Davide Maggi, che oggi a causa di altri impegni non è potuto essere presente e che ci ha dato una grandissima mano nella fondazione.

Novara, dicevo. Novara è solo il punto di partenza di un progetto molto più ampio da realizzarsi un poco per volta nel tempo: il fenomeno del suicidio è davvero preoccupante se si considerano non solo le cifre effettive, ma anche quelle “nascoste” nel silenzio di chi – come tanta, troppa gente – non parla. Come potrete leggere anche sui volantini qui disponibili, l’Istat ha registrato, nel 2014 (ultimo dato disponibile), quattrocento suicidi dagli zero ai ventinove anni. I suicidi compiuti nello stesso anno dagli zero ai novantanove anni e oltre sono quattromilacentoquarantesette, una cifra paurosa. Per questo il nostro progetto è, a nostro avviso, fondamentale.

Comunque, per non annoiarvi troppo, passerei subito la parola a Vittoria perché spieghi quali sono, nella pratica, i progetti di StayAleeve.

VITTORIA

Grazie e buongiorno a tutti.Probabilmente siete già a conoscenza di altre associazioni, non molte, che trattano di depressione, autolesionismo e suicidio. Logicamente anche noi lo siamo, ci siamo informati parecchio non solo a livello nazionale e ci siamo accorti che una caratteristica che accomuna tali associazioni è la “vecchiaia”. Non fraintendetemi, sono buone associazioni e indispensabili, ma potremmo dire che sono “indietro”, ossia che adottano metodi per nulla o solo in parte adatti ai giovani, i quali hanno un linguaggio tutto loro. Per inciso, proprio per questo motivo cerchiamo di essere presenti anche sui social: abbiamo una pagina Facebook, un account Instagram e un sito web che teniamo aggiornati.

Noi vogliamo agire di persona, alla pari, da giovani a giovani, peer-to-peer, con conferenze e incontri, per poi allargarci ad altre iniziative ancora più coinvolgenti, come eventi cittadini, concerti, corse, manifestazioni… noi siamo una generazione e un’età attiva! Col tempo, come già detto, contiamo di arrivare oltre la città di Novara.

E in questo senso, dicevo, i rapporti interpersonali non mediati dalla tecnologia sono alla base della nostra “società giovane”. Ma per un’analisi più approfondita della sfera sociale del suicidio passo la parola al prof. Boldon Zanetti, che ringrazio anch’io.

INTERVENTO DEL PROF. BOLDON ZANETTI

La vita, la scuola, gli incontri.